Già nota al tempo della romanità, Quaglietta deriverebbe il suo nome da Aqua Electa. Più che dai normanni il castello fu forse costruito dai longobardi del Principato di Salerno, che furono anche i costruttori di molti dei castelli dei paesi dell'Alta Valle del Sele, nonché fondatori di alcuni villaggi in quella zona. Il castello superò le devastazioni del tempo e delle guerre, superò indenne le intemperie e il loro logorio. Questo stupendo fortilizio, almeno quando era nello stato della sua piena efficienza, presentava certamente tutte le caratteristiche e i requisiti che avevano i castelli medioevali della Campania: cioè saldezza, sicurezza, inaccessibilità.
Come ogni castello che si rispetti, anche quello di Quaglietta ha i suoi misteri, storie più o meno fantastiche che sono arrivate fino a noi attraverso il racconto orale tramandato da generazione in generazione...
"Il barone Marco Antonio Rossi, feudatario pro-tempore, morì alla fine del 1500 all’età di 38 anni, lasciando la moglie con quattro figli in tenera età. Si narra che fosse persino amato dal popolo, perché poco autoritario e meno esigente dei suoi predecessori. Aveva comprensione per i suoi sudditi, che cercava di non tassare più di tanto, e per questo dagli stessi fu pianto insieme alla famiglia. Fece ampliare lo spazio davanti al castello e rifare la torre centrale, rendendola più maestosa e fortificata. Del suo passaggio c’è tuttora testimonianza, perché le sue doti e la sua prematura e dolorosa scomparsa fu immortalata, su di una pietra che si può vedere e leggere, risalendo per una delle stradine che porta al castello."
"La fervida fede nei confronti di san Rocco è maturata per le tante grazie che ha concesso alla popolazione quagliettana. Una delle più suggestive si verificò intorno al 1930, quando venne diagnosticato un tumore al volto ad una bambina di nome Antonietta. La madre cercò inutilmente di curare l’amata figlia, portandola numerose volte anche a Napoli, ma il destino sembrava segnato. Finchè non si convinse a pregare e chiedere a San Rocco di intercedere affinché Dio guarisse la piccola. Durante la notte, nel buio della stanza, la madre della bambina vide un grande uomo di spalle e con un manto rosso, vicino alla culla, mentre strizzava con dolcezza il volto della bimba, facendone uscire sangue ed altri liquidi. La bambina continuò a perdere sangue dalla guancia fino a quando il morbo scomparve con gran meraviglia degli stessi medici napoletani. Quella bambina, tuttora è vivente ed è stata moglie, mamma e nonna, mai dimenticando di essere stata una miracolata del Santo protettore di Quaglietta."
"Nel XVII secolo, venne portato nelle segrete del castello un serpente molto particolare, lungo più di sette metri, e reso immortale dall’azione di qualche stregone dai poteri straordinari. Lo scopo era quella di proteggere le ricchezze dei feudatari di turno, nascosti in una stanza segreta, nel ventre della possente roccia su cui si erge il maniero. Ancora oggi i vecchi del posto credono che il serpente possa essere ancora vivo e pronto ad uccidere chiunque voglia profanare il tesoro. Qualcuno assicura che negli anni addietro il serpente sia stato avvistato più volte, da persone in cerca di asparagi, tra i cespugli folti della ripa quasi inaccessibile. Addirittura pochi anni fa, si racconta, ne fu ucciso uno di tre metri, probabilmente uno dei cuccioli dell’immortale guardiano."